Cosa c’è da sapere sulla riforma del catasto
A partire dal 2018/2019 entrerà in vigore la nuova riforma del Catasto.
Per chi non lo sapesse, l’utilità del Catasto non è la sola iscrizione e catalogazione del territorio italiano, ma è anche e direi soprattutto l’imposizione fiscale. Se attualmente il valore catastale viene “presunto” mediante un calcolo approssimativo, corretto dai relativi coefficienti, con la riforma del catasto si andranno a pagare le imposte sulla base di un valore reale.
Cosa cambia
Innanzitutto cambia il parametro di misurazione che passa al mq anche per gli immobili ad uso abitativo.
La superficie catastale moltiplicata per il valore €/mq di mercato (già in loro possesso, aggiornati semestralmente) darà il Valore Patrimoniale. Quest’ultimo rettificato da ulteriori coefficienti rispetto a dati oggettivi quali: piano, anno di costruzione, stato di manutenzione, ecc…
Sicuramente l’attuazione di tale riforma creerà un po’ di scompiglio generale ed, infatti, è prevista anche l’istituzione di Commissioni Censuarie che si occuperanno proprio delle stime. Il patrimonio immobiliare italiano è vasto: parliamo di circa 62 milioni di immobili! Probabilmente il processo sarà piuttosto lento.
Aggiornamento del 26 giugno 2015.
Bloccata la riforma del Catasto.
Questa “benedetta” riforma del Catasto si fa o non si fa? Per il momento la risposta è no. Renzi ha congelato il decreto su consiglio da parte dello stesso governo (dal punto di vista elettorale) e dell’Agefis-Ifel (dal punto di vista economico), visto che un’eventuale riforma avrebbe fatto aumentare la tassazione tra il 30% ed il 180% con il conseguente rischio di far diminuire il proprio consenso popolare.
Quindi bisognerà ancora attendere per il Catasto, mentre per l’aumento delle tasse rimaniamo in attesa della Local Tax (IMU+TASI). 🙂