Come risolvere il problema.
Qualche giorno fa mi ha contattato una collega chiedendomi un consiglio su una sua situazione lavorativa.
Ha ritirato un incarico di vendita di un capannone adiacente ad altri capannoni; fin qui tutto bene, se non che i vicini hanno occupato deliberatamente le aree comuni. Cosa fare?
Il problema che TU pensi di non avere.
Amicizia, conoscenza, buon viso a cattivo gioco, accordo tra vicini: chiamalo come ti pare, ma la classica frase “non ti preoccupare, una volta venduto/affittato l’immobile ritorna tutto come prima” fa drizzare i capelli a tutti gli Agenti Immobiliari.
Eh sì, perché che “torni tutto come prima” il proprietario lo sa in cuor suo, ma far digerire questa frase ad ogni cliente che viene a visionare il tuo immobile è un’impresa assai ardua.
Risultato? Il cliente preferisce altre soluzioni dove è sicuro che non può avere problemi con il vicinato.
Ecco quindi che l’obiezione che si manifesta all’Agente Immobiliare, improvvisamente diventa anche un TUO problema.
Il mio caso-studio.
Tutto ciò mi ha fatto venire in mente un caso simile capitato a me personalmente e conclusosi poi nei migliori dei modi.
Vengo contattato da un proprietario di un capannone che, lasciato vuoto dall’inquilino, voleva ri-affittare oppure vendere.
L’immobile è inserito in un contesto artigianale, dove non esiste un’area esclusiva, ma bensì una piccola strada interna, recintata e chiusa da un cancello, che dà l’accesso a tutti i capannoni (3 unità in tutto). La strada è piccola e chiusa e chi entrava doveva anche necessariamente uscire dallo stesso cancello.
In fase di appuntamento per la valutazione immobiliare, noto che la strada è occupata piuttosto selvaggiamente da auto parcheggiate che rendeva anche difficoltoso l’accesso. Qui suona il primo allarme.
Completata la valutazione, fisso l’appuntamento con il proprietario dell’immobile per la consegna del lavoro svolto, chiedendo nell’occasione, delucidazioni in merito all’utilizzo della strada di accesso come parcheggio. Prova ad indovinare la risposta…
“Non ti preoccupare, una volta venduto/affittato l’immobile ritorna tutto come prima!”
Il problema deriva dalla mancanza di parcheggi in prossimità del capannone che quindi porta i vicini ad occupare le aree comuni per parcheggiare le auto, piuttosto di fare due passi in più a piedi. Il vicino inoltre, svolgendo un’attività di natura commerciale, aveva un alto numero di persone (i venditori) che raggiungevano la sede con le proprie auto.
Comincio a fare gli appuntamenti. I problemi erano sempre gli stessi: mancanza di area esterna privata e la “paura” del vicino. Sapevo che il vero problema era il secondo perché prima di fare l’appuntamento verificavo sempre che non servisse un’area esterna privata. Ad un appuntamento addirittura, ho fatto fatica a passare dal cancello con la Smart perché avevano parcheggiato in mezzo, ad un altro non sono riuscito ad aprire la porta per accedere al capannone perché ci avevano parcheggiato davanti. Ora prova ad immaginare l’imbarazzo davanti ad un cliente che deve intrufolarsi per vedere l’immobile…
Avuta l’ennesima conferma da parte dei clienti, parto alla carica e chiamo il proprietario e ancora una volta, mi ribadisce di stare tranquillo, che è un problema temporaneo, ecc… . Chiedo al proprietario di non fermarsi alle parole, ma di passare ai fatti contattando vicino e l’amministratore che gestiva le parti comuni.
Il proprietario capisce e decide di affrontare la situazione, riuscendo ad ottenere un accordo scritto mediante un verbale di assemblea, dove cita il problema ed il vicino s’impegna (per evitare l’eventuale pagamento dei danni) a lasciare libere le parti comuni una volta che l’immobile sarà affittato o venduto.
Ottenuta la carta, proseguo ad effettuare gli appuntamenti. Al “primo appuntamento”, porto l’ennesimo buon cliente interessato all’affitto del capannone. Chiede subito delucidazioni in merito all’utilizzo delle aree comuni, ma questa volta lo rassicuro dicendo che abbiamo un accordo scritto tra le parti e che se vuole, possiamo anche citare il problema all’interno della proposta di locazione. L’immobile piace e fissiamo un appuntamento in ufficio. Una volta venuti in ufficio e letto il verbale di assemblea condominiale, il cliente si tranquillizza e decide di non inserire nulla in proposta. Proposta accettata e affare concluso.
Come affrontare il problema.
Il mio caso-studio è un esempio di come ho affrontato il problema e trovata la soluzione, ma secondo me tutto ciò si dovrebbe risolvere prima di una qualsiasi commercializzazione; questo per evitare che il cliente possa pensare di doversi ritrovare a litigare subito con il vicinato; tutto ciò può farlo solo il proprietario.
Quindi Caro Proprietario, armati di pazienza e trova una soluzione con il tuo vicino prima di perdere per sempre potenziali clienti, che come ben sai, non sono infiniti.
Le tue esperienze. Le tue soluzioni.
Racconta le tue esperienze sotto nei commenti e come hai trovato la soluzione. Sarà senz’altro utile ai lettori del Blog. 😉