IMU TARSU TARES e TASI…facciamo un po’ di chiarezza
Su una cosa siamo tutti d’accordo ed è abbastanza chiara…le nostre tasche sono sempre più vuote!
Io personalmente rimango della mia idea e cito Churchill:
“Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico”
Torniamo all’argomento del post, ovvero fare maggiore chiarezza su ciò che dobbiamo pagare. Lo voglio fare in poche parole perché questo argomento già di per sé è noioso e poi io preferisco parlare di ciò che ci piace acquistare… 🙂
ICI
L’Imposta Comunale sugli Immobili è stato un tributo comunale che aveva come presupposto impositivo la proprietà di fabbricati e terreni agricoli ed edificabili. L’ICI è stata un’imposta sul patrimonio immobiliare, non progressiva come le imposte sul reddito, ma che comunque gravava sul valore del fabbricato con una percentuale fissa decisa dal Comune. Nel 2012 è stata sostituita dall’IMU.
IMU+TARES
Nel 2012 il decreto salva-Italia introduce l’Imposta Municipale Propria che, rispetto alla precedente Ici, sottopone a imposizione (in modo più pesante) tutti gli immobili, anche le prime case.
Si applica sulla componente immobiliare del patrimonio e accorpa l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari su beni non locati e l’ICI.
Sempre su tutti gli immobili si paga la TAssa sullo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani, denominata Tarsu. Per gli immobili dati in locazione, i canoni percepiti vengono sottoposti a Irpef, mentre le seconde case a disposizione non pagano alcuna imposta sui redditi.
Nel 2013, la prima rata dell’IMU viene cancellata sulle abitazioni principali, mentre continua ad applicarsi pienamente sulle altre e sugli immobili commerciali. Intanto nella tassazione dei rifiuti la TARSU lascia il posto alla Tares-rifiuti, a cui però si aggiunge una maggiorazione, la Tares-servizi indivisibili.
TASI+TARI l’ennesima modifica
La legge di stabilità del 2014 introduce l’ennesimo cambiamento: viene cancellata l’IMU solo sulla prima casa, nella tassazione dei rifiuti arriva la “tassa per la copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti” (TARI) al posto della componente Tares-rifiuti mentre la maggiorazione della Tares – la componente servizi indivisibili – viene subito soppressa, sostituita dalla “tassa per la copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni” (TASI).
La TASI, pur avendo la stessa base imponibile dell’IMU (i valori catastali), viene pagata sia dai proprietari che dagli inquilini nel caso di immobili locati o concessi a titolo gratuito, ma solo nella misura del 10 per cento del prelievo complessivo (aumentabile al 30 per cento dai comuni).
Non cambia nulla nel disegno del prelievo per gli immobili dati in locazione, mentre per quelle a disposizione si prevede l’imposizione dell’Irpef per il 50 per cento dei redditi figurativi ma limitatamente agli immobili ubicati nel comune di residenza.
MA QUINDI QUANTO CI COSTA?
Le nuove aliquote fanno crescere la pressione fiscale sul mattone per le imprese di circa il 9%.
La promessa di abbattimento del carico fiscale sugli immobili d’impresa, nata intorno alla scorsa legge di stabilità, pare che non sarà mantenuta: la TASI infatti, introdotta proprio dalla legge di stabilità, aumenta ancora una volta, il peso del fisco immobiliare sulle imprese annullando gli effetti della “mini-deducibilità” Imu scritta nella stessa legge.
Gli incrementi di quest’anno, nei comuni in cui la Tasi si applica anche agli immobili strumentali, oscillano tra il 9 e l’11,5%, ma rispetto ai tempi dell’ICI, le imposte si sono impennate,dall’80% fino al 170% di Milano, dove la vecchia imposta comunale sugli immobili era più bassa della media.