Alcuni accorgimenti per scrivere correttamente un contratto commerciale transitorio.
Forse non tutti sanno che, come per esempio gli affitti delle case vacanze, è possibile anche per gli immobili strumentali, sottoscrivere contratti commerciali transitori. Raramente se ne fa uso, però talvolta sono davvero necessari.
Nel mio articolo ti darò alcuni consigli per scriverlo senza errori ed evitare che un’eventuale contestazione possa rendere nullo il tuo contratto commerciale transitorio.
Cos’è il contratto commerciale transitorio.
Prima di entrare nel merito del discorso vorrei ricordarti che l’art. 27 della legge n. 392/78 indica che la durata minima di un contratto di locazione commerciale è sei oppure nove anni (locazione alberghiera o per attività teatrali), quindi ogni contratto deve indicare necessariamente questa durata minima.
Tuttavia il quinto comma del medesimo articolo recita:
“Il contratto di locazione può essere stipulato per un periodo più breve qualora l’attività esercitata o da esercitare nell’immobile abbia, per sua natura, carattere transitorio.”
Di conseguenza è possibile stipulare contratti di locazione brevi, a patto che l’attività esercitata o da esercitare nell’immobile abbia, per sua natura, carattere transitorio.
Non sono quindi né il locatore né il conduttore a determinare il carattere transitorio della locazione bensì l’attività svolta.
Cosa devo indicare nel contratto commerciale transitorio?
- specificare espressamente le ragioni della transitorietà e devono essere tali da escludere il regime ordinario di locazione commerciale di durata 6+6 pena il decadimento della clausola stessa;
- aggiornamento ISTAT massimo del 75%.
Il canone.
Non ci sono vincoli di sorta relativamente al canone, che quindi è libero e definito a seguito della trattativa economica.
Può essere altresì comprensivo degli oneri accessori, forfettizzato per l’intero periodo della locazione transitoria oppure legato in percentuale agli incassi effettuati dal conduttore.
Gli altri punti del contratto.
Come accennavo precedentemente, il contratto commerciale transitorio non è un negozio giuridico diverso dalla locazione ordinaria, quindi occorrerà riportare i medesimi punti (gli obblighi contrattuali tra le parti, le imposizioni fiscali, ecc…) che verrebbero riportati in ogni contratto. Magari escluderei l’indennità per la perdita di avviamento ed il rinnovo: quest’ultimo potrebbe far contestare la natura transitoria dell’attività svolta.
Quando usare il contratto commerciale transitorio.
Va da sè che il carattere di temporaneità fa nascere l’esigenza di stipulare contratti di questo tipo, ma a titolo esemplificativo potrei suggerire i temporary shop, negozi temporanei aperti per la vendita straordinaria di prodotti di lancio o a prezzi scontati, per una lavorazione temporanea oppure in caso di una ristrutturazione dell’immobile utilizzato che quindi fa sorgere la necessità di avere una location di appoggio.
Il contratto di servizi e co-working.
Quando oltre al carattere temporaneo e alla locazione degli spazi, si aggiunge anche la fornitura di servizi allora potrebbe venirci in aiuto il contratto di servizi.
Ma questo è un altro tema e quindi ne parlerò in uno dei miei prossimi articoli.
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